L'Unione Europea massacra i servizi sociali!

FIRMA LA PROPOSTA DI LEGGE PER ABROGARE L’ART.81

INSERITO ARBITRARIAMENTE NELLA COSTITUZIONE

 

Nazionale -

Nel 2012 il governo Monti/Fornero e la Banca Centrale Europea hanno imposto la modifica dell’art.81 della Costituzione del 1947, modellata sullo «Stato Sociale», e introducendo l’obbligo del pareggio di bilancio hanno imposto vincoli più stringenti e puntuali sulla spesa pubblica, fissando inoltre tali le regole anche per le Regioni e gli enti locali, senza peraltro i correttivi e le deroghe eccezionali previste invece per il bilancio statale.

I vincoli europei del Trattato di Maastricht del 1992, che subordinavano la partecipazione degli Stati nazionali alla Unione al rispetto dei parametri del rapporto deficit/PIL pari al 3% e del rapporto debito pubblico/PIL pari al 60%, sono stati via via rafforzati, divenendo sempre più rigorosi e stringenti attraverso l’approvazione di altri trattati europei fino al più recente Fiscal Compact.

Così si è trasformato il disegno originario dei Costituenti in una supremazia egemonica dei soli interessi finanziari a discapito della tutela degli altri diritti fondamentali.

Per noi la Costituzione deve restare fondata sulla giustizia e non sul massacro sociale, sull'uguaglianza e sui diritti e non sulla supremazia del profitto privato. Adesso basta con i diktat degli oligarchi europei: l’art.81 approvato dal Parlamento nel 2012 va abrogato e riscritto completamente.

Persino la Corte Costituzionale ha più volte evidenziato che tale riforma costituzionale risponde a ragioni politiche, imposte dalla crisi economica e dai paesi forti della UE, ha segnalato che porre come obbligo costituzionale le esigenze economico/finanziarie fa venire meno i diritti sociali fondamentali, costituzionalmente garantiti, destinati a soccombere a fronte dei diktat dei mercati.

I costi dell’adesione del nostro paese all'Unione Europea sono stati più pesanti dei benefici: 25 anni di tagli alla sanità, alle pensioni, ai salari; di distruzione della scuola e dell’università pubbliche; di cancellazione dei diritti dei lavoratori, di privatizzazione delle banche, delle aziende e dei beni pubblici.

Sacrificare sull'altare della stabilità e dei vincoli economico/finanziari anche agli enti territoriali, istituzionalmente erogatori di servizi sociali, sta facendo entrare sempre più spesso in rotta di collisione le esigenze di bilancio con il soddisfacimento dei diritti più elementari sociali, e in particolare nel settore dei servizi socio educativi ed assistenziali, destinati tra l’altro ai settori più deboli della società.

Con la scusa di ridurre i costi e stare nelle compatibilità di bilancio, si abbassano sempre più i livelli essenziali delle prestazioni e con essi, anche quelli dei Lavoratori che operano nei servizi sociali e nel welfare sempre più esposti al ricatto della precarietà, delle privatizzazioni, del dumping contrattuale, del sottoinquadramento, delle retribuzioni basse e non sempre puntualmente garantite.

CONTRO IL MASSACRO SOCIALE IMPOSTO DALL’UNIONE EUROPEA

FIRMA LE PROPOSTE DI LEGGE

per chiedere la cancellazione del pareggio di bilancio (art.81)

per rendere possibile il REFERENDUM SUI TRATTATI EUROPEI

 

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