Scompare Luca Rastello

Udine -

SCOMPARE LUCA RASTELLO, UN DISERTORE DEL FINTO NO-PROFIT

Lo scorso 7 luglio è scomparso a Torino, all’età di 53 anni, Luca Rastello, scrittore e giornalista.

Avevamo avuto modo di conoscerlo personalmente lo scorso novembre, quando aveva accettato a tutti i costi di fare 500 km per presentare a Udine il suo ultimo romanzo, I Buoni, ambientato nel mondo del così detto no-profit. «Vengo a Udine anche sulle mani!» ci aveva scritto, rispondendo all'invito con il quale volevamo iniziare a rompere il ghiaccio e impostare una campagna pubblica di denuncia del malaffare che circonda il no-profit (solo un mese e sarebbe scoppiata Mafia capitale).

Aveva portato, oltre al suo buonumore, la sua simpatia per noi educatrici e educatori di USB Udine che l’avevamo contattato, e da ciò era partito per illustrare una realtà, quella del lavoro nel settore degli interventi con finalità sociale, irriconoscibile rispetto a quell’«esigenza di dare alla relazione di aiuto una concretezza agita che abbia valore politico» attorno alla quale i primi operatori sociali si erano costituiti negli anni ’70, provenendo da esperienze di impegno politico o religioso.

Il romanzo I Buoni lo racconta molto bene: è la storia di Aza, ragazza romena diseredata che finisce in Italia, a lavorare per don Silvano, prete carismatico, fondatore di una Onlus che gira con la scorta ed è amico dei politici, di giornalisti e magistrati. Aza lavora per lui, come tanti altri giovani, senza se e senza ma, al servizio del “Bene”. La ragazza scopre, a sue spese, che nel mondo dei “Buoni” dietro la retorica ci sono ambiguità, corruzione, sfruttamento.

In nome di valori idolatrizzati come «legalità» e «memoria», i diritti dei lavoratori possono essere legalmente calpestati, il mobbing è istituzionalizzato come criterio di sfoltimento del personale, le retribuzioni possono essere indegne e gli appalti possono essere al ribasso in quanto, di per sé, lavorare per i «don Silvano» è «lavoro motivato», e paradossalmente «il primato della persona è... l’insegna dell’azienda che stritola le persone!». Oggi nel lavoro dentro alle organizzazioni non profit si mettono in pratica le punte più avanzate dello sfruttamento e dell’umiliazione.

Rastello ha indicato la sua via di uscita: liberarsi dalla manipolazione del linguaggio, tagliare l’autorefenzialità di chi si considera intoccabile, richiamarl* costantemente al confronto.

Per noi di USB Terzo settore raccogliere il suo testimone si traduce: nel contrasto ai processi di privatizzazione; nell’estensione delle tutele previste per i “normali” lavoratori dipendenti ai soci lavoratori come ai lavoratori delle associazioni (dal licenziamento ai diritti sindacali); nell’abolizione esplicita della possibilità da parte dei regolamenti interni di modificare in peggio le norme previste dalla contrattazione collettiva.

Punti molto concreti, con i quali portare avanti la sfida di Luca e mettere insieme una opposizione quotidiana alla manovra premeditata di distruzione dell’orizzonte di senso del nostro lavoro, messa in pratica da Renzi, Poletti e dai vari don Silvano.