Bologna, Àncora Servizi contesta l’assenza ingiustificata al delegato USB e ai lavoratori che hanno scioperato il 17 e 18 marzo
Lo scorso 17 marzo l’USB ha proclamato uno sciopero immediato e ad oltranza nel Servizio di Assistenza Domiciliare di Bologna, gestito dalle cooperative afferenti al Consorzio Aldebaran, tra le quali Àncora servizi; uno sciopero proclamato in un servizio essenziale, reso possibile appellandosi all’art. 2 comma 7 della legge 146/90 che prevede che in caso di immediato pericolo per la salute e la sicurezza dei lavoratori si possa (e noi crediamo si debba) proclamare l’astensione immediata per ripristinare le condizioni di tutela. Le motivazioni di quello sciopero, gravissime, riguardavano l’assenza e la inadeguatezza di mascherine e DPI, la mancata rimodulazione degli accessi e dei percorsi nei domicili degli anziani utenti, procurando, tutte queste condizioni, il rischio assoluto e immanente di contagio per operatori e utenti.
La Commissione di Garanzia non vietò lo sciopero, chiedendo piuttosto spiegazioni al Consorzio Aldebaran di quali azioni stesse intraprendendo per eliminare il rischio da contagio. Lo stesso Consorzio, nella sua risposta alla Commissione, ammise la difficoltà nel reperimento dei DPI; fu solo dopo l’accoglimento delle “giustificazioni” rese dal Consorzio che la Commissione intimò la revoca dello sciopero. Una revoca che arrivò il giorno 19 marzo, con l’annuncio, da parte di USB, che se si fossero verificati altri "gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori” il sindacato non avrebbe esitato a invitare gli operatori ad astenersi dalle prestazioni in base all’art. 44 della L.81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza) per cui “il lavoratore che, in caso di pericolo grave, immediato e che non può essere evitato, si allontana dal posto di lavoro o da una zona pericolosa, non può subire pregiudizio alcuno e deve essere protetto da qualsiasi conseguenza dannosa”.
Questo il fatto, di cui sembrava a tutti essersene perse le tracce, tanto gli eventi legati all’emergenza coronavirus sono andati veloci.
Frattanto ad aprile inoltrato diversi operatori domiciliari di questa sedicente “cooperativa sociale” continuavano ad essere mandati allo sbaraglio nelle case di anziani con contagio Covid conclamato; alcuni di questi operatori hanno contratto il virus, mentre i responsabili dei servizi della cooperativa invitano a lavare le mascherine (che sono MONOUSO) con il disinfettante per non sprecarle.
E ancora, l’emergenza Covid ha costretto la maggior parte delle cooperative sociali ad aprire le procedure per gli ammortizzatori sociali; contrariamente a quanto fatto da altre cooperative maggiorenti, a tutela del salario dei propri operatori, Àncora Servizi non anticipa la cassa integrazione ai propri soci e dipendenti, pur essendo una “multinazionale” dei servizi con diverse migliaia di lavoratori impiegati su tutto il territorio nazionale, e avendo ogni possibilità di accedere agevolmente al credito bancario. Una possibilità tanto reale che Àncora, in realtà, il finanziamento lo ha acceso comunque, ma per elargire a sua totale discrezione degli anticipi differenziati ai soci (ai quali sono riconosciuti 5,5€ all’ora) e ai dipendenti (solo 4€ all’ora). Perché dunque non anticipare gli ammortizzatori sociali tout court? Perché fare il giochino dei figli e dei figliastri? Dov’è l’elemento della “cooperazione sociale”, del mutualismo e della solidarietà fra lavoratori?
Orbene, il 27 di aprile scorso, Àncora Servizi Società Cooperativa Sociale per distrarre l’attenzione da queste pesanti responsabilità (delle quali, crediamo, debba dar conto a tutti: istituzioni pubbliche, operatori e vittime dei familiari in primis), manda lettere di contestazione per assenza ingiustificata agli operatori e al delegato USB che il 18 e 19 marzo hanno scioperato, giustamente e con ogni diritto, a tutela della propria salute!
Un atto intimidatorio sferrato con protervia e ignoranza della normativa, oltre che la manifestazione dell’istinto padronale più becero; questo è quello che leggiamo nell’attacco al delegato e ai lavoratori che hanno scioperato a difesa della propria salute e sicurezza.
Intimiamo la revoca immediata delle contestazioni comminate ai lavoratori ed al delegato USB, chiediamo al Consorzio Aldebaran di tenere a bada gli istinti vessatori della sua cooperativa associata, verificando piuttosto la correttezza dell’operato nei servizi assegnati dal Consorzio a questa cooperativa, chiediamo a Comune e Regione se è della firma di questi “padroni delle ferriere” che si vuole fregiare il “Patto per il Lavoro” sottoscritto dalle istituzioni con le parti sociali per la promozione del buon lavoro, del rispetto dei diritti e dei salari dei lavoratori.
Se le contestazioni non verranno ritirate immediatamente USB impugnerà gli eventuali provvedimenti in ogni sede, costruendo una campagna di informazione e solidarietà ai lavoratori per far conoscere in ogni sede qual è il vero volto della cooperativa sociale Àncora Servizi.
Bologna, 5 maggio 2020
p.USB Lavoro Privato – Coop Sociali
Fabio Perretta