BOLOGNA: SCIOPERO NEL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE

LA SALUTE E LA SICUREZZA VENGONO PRIMA DEGLI OBBLIGHI CONTRATTUALI

Bologna -

Nonostante il protocollo firmato da CGIL CISL e UIL abbia promesso di verificare la sicurezza delle misure adottate nei luoghi di lavoro per prevenire il rischio da contagio del Covid19, nonostante siano arrivate rassicurazioni più di forma che di sostanza, da parte delle cooperative che lavorano nel Servizio di Assistenza Domiciliare di Bologna e provincia, nonostante ci siano diversi DPCM e ordinanze regionali che impongono l’adozione di misure di protezione ben precise per la sicurezza dei lavoratori, ad oggi registriamo che in questo, come in altri servizi, la sicurezza è tutt’altro che garantita.
Numero di mascherine scarso e tipologia assolutamente inadeguata a prevenire il contagio da e verso gli utenti, scarsità o assenza di tutti i DPI come occhiali protettivi, cuffie, gel igienizzante per le mani e camici, nessuna possibilità di controllo dell’igiene degli ambienti, mantenimento di servizi assolutamente non essenziali come le passeggiate e la spesa, interventi spalmati su di un lasso giornaliero che varia da 6 ore o più distribuiti dalle 7,00 alle 20,00 di sera, con continui spostamenti di casa in casa.
Un contesto di moltiplicazione del fattore di rischio da contagio pericolosissimo per la salute di lavoratori e utenti, in contraddizione con ogni indicazione pervenuta dalle autorità, che mentre invitano tutti a rimanere in casa, consentono di organizzare in totale improvvisazione questo servizio, pur essenziale, rivolto proprio alle fasce più deboli della popolazione.
Ci saremmo aspettati un atto di consapevolezza da parte delle cooperative, sempre pronte a chiedere sacrifici ai lavoratori e comprensione per i bisogni degli utenti, così solerti nello spiegarci di quanto sia importante il nostro lavoro così mal pagato; ci saremmo aspettati che di fronte alle difficoltà di approvvigionamento dei DPI e di messa in sicurezza del lavoro le cooperative prendessero parola per dire “a queste condizioni i nostri ragazzi non li mandiamo ad infettarsi”.
E invece nulla, è prevalsa la realpolitik di chi ha i contratti in essere con la committenza e mette davanti l’obbligo contrattuale a fornire il servizio, anche quello non essenziale, come se in giro non ci fosse un’emergenza di cui rischiano di farne le spese gli uomini e le donne sul campo, lavoratori e utenti.
Alle lavoratrici e ai lavoratori, dunque, l’onere del mantenimento dei servizi essenziali, con grande senso di responsabilità, nel mezzo della più grave crisi sanitaria ed economica che abbia coinvolto l’Italia dal secondo dopoguerra. Ma non lo faremo come i kamikaze: vogliamo precise garanzie di sicurezza, adeguati strumenti di protezione per noi e per le nostre famiglie, come per gli utenti e per le famiglie degli utenti.
Se le condizioni di lavoro non cambieranno subito e con la verifica di tutte le autorità competenti in materia, lo sciopero continuerà ad oltranza, in base a quanto disposto dalla legge 146/90 art.2 comma 7, finché sussiste il pericolo di "gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori”.

NO AL RICATTO TRA LAVORO E SALUTE

SCIOPERO A TEMPO INDETERMINATO FINO A QUANDO NON VERRANNO RIPRISTINATE TUTTE LE CONDIZIONI DI SICUREZZA PER LA SALUTE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

 

Bologna, 17 marzo 2020

USB Lavoro Privato Bologna - Coop Sociali e Terzo Settore