genova: mobilitazione contro i tagli ai servizi sociali
La crisi economica più grave degli ultimi 50 anni, che ha prodotto oltre 8 milioni di poveri nel nostro paese, è diventata l'occasione per un attacco senza precedenti allo stato sociale e ai diritti dei lavoratori.
I servizi sociali, risorsa essenziale per migliaia di cittadini, anziani e disabili, per famiglie e minori in difficoltà, non fanno, ovviamente, eccezione. L'entità di questa manovra è quasi senza precedenti, e colpisce un settore già da lungo tempo in sofferenza, sia a livello locale che nazionale, caratterizzato da grande precarietà, da condizioni di lavoro inaccettabili, da risorse incerte e in costante riduzione.
La manovra di Tremonti però non è sufficiente a spiegare il disastro attuale. Ci sono anche chiare e precise responsabilità degli enti locali. In tutti questi anni poco o nulla è stato fatto per dare stabilità e sicurezza al settore.
Come dimostrano le vertenze attualmente in atto nella nostra città (AMT, CARLO FELICE ecc.), arrivano oggi al pettine i nodi di scelte politiche e gestionali profondamente sbagliate, effettuate negli scorsi anni dalle varie giunte.
Al tempo stesso, il centrosinistra locale, mentre lamentava la cronica mancanza di fondi, ha strenuamente difeso l'utilizzo di ingenti risorse, non solo economiche, verso opere devastanti ed indigeribili a gran parte della popolazione (GRONDA, INCENERITORE, TERZO VALICO). Per i servizi sociali non si è certo visto analogo impegno e determinazione, ma solo briciole, retorica e buoni propositi (puntualmente disattesi).
A causa di tutto ciò oggi il rischio concreto è che molti servizi chiudano o vengano pesantemente ridimensionati, si perdano molti posti di lavoro, tantissimi cittadini vengano privati di servizi essenziali. Bisogna mobilitarsi per fermare tutto questo.
Per respingere l'attacco ai servizi sociali e a tutti i servizi pubblici;
per ottenere da tutti gli enti locali risorse certe ed adeguate al mantenimento dell'attuale livello dei servizi (peraltro già insufficIenti rispetto al livello dei bisogni);
per la salvaguardia dei livelli occupazionali;
per scongiurare il rischio che la manovra serva da pretesto per liberarsi di servizi ormai da tempo nel mirino e considerati solo un costo;
per evitare soluzioni temporanee ed incerte che aprono la porta a ristrutturazioni e ridimensionamenti e colpiscono solo lavoratori ed utenti
USB TERZO SETTORE