Genova: niente soldi per i servizi
OCCORRE LA MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI
Si è tenuto la scorsa settimana l’incontro tra l’assessore ai servizi sociali del Comune di Genova, Roberta Papi, e il nostro sindacato. All’incontro erano presenti anche Bruzzone e Maimone , dirigenti dell’assessorato. Il clima dell’incontro, molto lungo ed approfondito, è stato buono, con grande disponibilità da parte dell’assessore e delle dirigenti nel fornire dati e spiegazioni, a partire dalla riorganizzazione dell’apparato comunale nel settore e dalla volontà dell’assessore di riprendere “il pieno controllo” della situazione e “limitare l’anarchia”. Molto positiva la risposta alla nostra richiesta di partecipare ai tavoli tecnici: in luogo del solito rifiuto, abbiamo avuto la disponibilità a far pervenire le nostre proposte direttamente alle Direzioni. E’ nostra intenzione mettere a disposizione dei lavoratori questa opportunità coinvolgendo, al di là delle appartenenze, chiunque sia interessato ad elaborare con noi proposte sui servizi. Testeremo la reale disponibilità dell’assessorato iniziando a discutere di assistenza domiciliare anziani e servizi per minori. Per il resto nel corso dell’incontro, durante il quale sono stati toccati vari argomenti (mancato adeguamento dei contratti, modalità di assegnazione dei servizi, problema delle risorse, centri servizi, situazione delle C.e.a., integrazione socio sanitaria ecc.) ha trovato conferma lo stato di grave difficoltà del settore. I punti di maggior delicatezza che sono emersi sono due: il comune è intenzionato a procedere sempre più sulla strada delle gare “vere” (come sottolineato dalla Papi), cioè senza riserve per le coop ed aperte anche ai privati. Cosa significa questo e quali rischi comporta per i lavoratori e per il sistema, lo si può meglio comprendere pensando all’esito del recente appalto per il trasporto disabili, perso da una coop sociale e vinto da una azienda privata profit.
Per quanto riguarda gli adeguamenti contrattuali, oltre al fatto consueto che non ci sono soldi, l’assessore ha fatto un’affermazione grave, seppur con successivo ricorso a formule ipotetiche a fronte del nostro salto sulla sedia: in sostanza ha detto che per rispettare i nuovi contratti sarà necessario ridimensionare i servizi, poiché le risorse sono quelle, non sanno dove andare a prendere altri soldi, dal Governo (ovviamente) non arriva nulla e dalla Regione (altrettanto ovviamente) neanche.
Ciò che ci ha colpito maggiormente nelle parole dell’assessore, è stato l’approccio al problema. Al di là della disponibilità e della buona volontà, l’atteggiamento è puramente burocratico. I servizi, gli utenti ed i lavoratori affondano a causa di norme capestro e delle politiche di rispetto delle compatibilità economiche, e questo lo vedono anche loro, ma non possono ( e non vogliono) invertire la rotta neanche parzialmente. Un esempio spiega meglio questo problema. Abbiamo sollevato, fra le altre, la questione dei minori con problemi psichiatrici inseriti nelle c.e.a. e la necessità di una compartecipazione da parte della sanità alla spesa. La risposta è stata: lo sappiamo, abbiamo discusso a lungo con la Regione di ciò, fatto tavoli e tavolini ma al momento di decidere la Regione ha depennato la cosa. Risultato: tutto dunque resta come prima, la forma per loro è salva (la cosa più importante) e i lavoratori interessati sono sistemati per le feste. Punto. Questo approccio vale purtroppo per tutti i problemi sollevati.
La situazione è dunque grave. Mai come ora e’ necessaria una forte iniziativa dei lavoratori. Rdb Terzo settore indirà a breve una assemblea per organizzare una iniziativa che solleciti la regione Liguria (forse ora più attenta vista la scadenza elettorale) ad un maggior impegno economico per il nostro settore.
Cooperative sociali e Terzo- settore
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