LAVORARE PER VIVERE, NON VIVERE PER LAVORARE
RIMINI: SITUAZIONE INSOSTENIBILE PER I LAVORATORI DELLA COOP. LUCE SUL MARE
Creare le condizioni per cui il riposo settimanale “salta”, in maniera scientifica, per molti dei propri dipendenti, è una grave violazione contrattuale, oltreché indice di una cultura del lavoro imbarbarita.
Eppure questo è quanto succede qui a Luce sul Mare, cooperativa sociale ONLUS che tra le sue mission dovrebbe avere quelle di creare condizioni lavorative migliori rispetto alle aziende private con fine di lucro.
La Coop. Luce sul Mare, azienda accreditata, come prevede la legge regionale sui servizi socio-sanitari, a gestire questi servizi per l’ASL (il suo fatturato è composto quasi esclusivamente da fondi erogati da enti pubblici), da lungo tempo vive una situazione di estrema difficoltà e precarietà rispetto ad una pianta organica assolutamente insufficiente a garantire un corretto svolgimento delle mansioni riabilitative per le quali la Regione paga le rette (molto generose) dei degenti. Anni di politiche restrittive sulle piante organiche e grande ricorso a contratti a tempo determinato hanno prodotto una situazione dove è sempre più difficile coprire i turni con il rapporto adeguato personale/pazienti; non di rado vengono lasciati scoperti turni di cosiddetto "rapporto individuale" (un operatore per un solo paziente, in genere con problematiche gravi) appesantendo il carico di lavoro degli operatori rimanenti costretti a lavorare con gruppi numerosi di utenti; queste situazioni non garantiscono la qualità della presa in carico e sicuramente sono un fattore di forte stress da lavoro correlato (il cosiddetto burn out).
Nei reparti Aurora e Sirotti della Coop. Luce sul Mare il mancato riposo sta diventando consuetudine e in tanti si trovano a lavorare per 15-16-17 giorni consecutivamente; la maggior parte di quelli che subiscono questo trattamento sono i lavoratori precari, ricattabili quindi per la loro stessa condizione, ai quali oramai il mancato riposo è semplicemente comunicato verbalmente. Inoltre non sono rare le “richieste” (in realtà quasi mai è ammesso il rifiuto a tali “richieste”) di effettuare doppi turni, e quindi di lavorare 12-13-14 ore consecutive. Il nostro lavoro è un lavoro estremamente usurante, l’enorme carico di lavoro va a discapito della salute e sicurezza sul lavoro e della tutela dei pazienti, ma i dirigenti di Luce sul Mare non ne sono consapevoli se ritengono normale una situazione come quella che sta perdurando da molti mesi; anche le ferie non possono essere usufruite (sempre causa la mancanza di personale) e i lavoratori si trovano a lavorare lunghissimi mesi senza poter fruire di un periodo di riposo rigenerante. A tutto questo va aggiunto un organizzazione dei turni di lavoro che fa acqua da tutte le parti che impedisce ai lavoratori di poter organizzare la propria vita al di fuori dal luogo di lavoro.
USB Lavoro Privato insieme alla rappresentanza aziendale USB Luce sul Mare denuncia con forza le continue violazioni contrattuali, impegnandosi a diffondere questo comunicato tra i lavoratori e la stampa locale.
USB si riserva di attivarsi presso la Direzione Territoriale del Lavoro e la ASL di competenza con la richiesta di verificare la violazione dei diritti dei lavoratori, la qualità e la quantità dei servizi riabilitativi per i quali i servizi territoriali erogano corpose rette finanziate con i denari di tutti noi contribuenti.
È ORA DI DIRE BASTA ED ORGANIZZARSI!
Rimini, lì 22 giugno 2018