occupata la legacoop emilia romagna
INIZIATIVA IN LEGACOOP DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DELLE COOP SOCIALI E TERZO SETTORE
Martedì 30 giugno scorso, nell’ambito del presidio alla Regione Emilia Romagna promosso dal Patto di Base e dalle realtà di movimento, una cinquantina di iscritte/i e attiviste/i delle coop sociali e terzo settore hanno simbolicamente occupato l’atrio d’ingresso della sede Legacoop Emilia Romagna. Dopo un lungo tira e molla, alla presenza di un folto gruppo di rappresentanti della Digos locale, i rappresentanti dei lavoratori hanno ottenuto un incontro con i responsabili regionale e provinciali coopsociali e terzo settore.
Le motivazioni di questa sortita si riscontrano nella gestione lassez-faire dell’associazione delle cooperative rispetto alla concessione in deroga degli ammortizzatori sociali per le/i lavoratrici/ori del settore, l’assenza di una prospettiva “politica” nell’affrontare lo stato di sofferenza e crisi crescente nelle cooperative, il mancato riconoscimento della libertà delle/i lavoratrici/ori di organizzarsi con il sindacato di base.
La favola della “crisi strutturale” è buona solo, nella fase attuale, a ristrutturare “dall’alto” la composizione del lavoro, favorendo, dopo il periodo delle vacche grasse e del boom dell’esternalizzazione di servizi, lo snellimento delle imprese cooperative a discapito, come sempre, delle lavoratrici/ori precarie/i del settore.
Le misure cuscinetto serviranno a spostare di poco, nel tempo, l’emergenza dei lavoratori delle coop in “crisi”, visto l’ambito più generale (nazionale, regionale, locale) di taglio della spesa nella sanità e nel welfare. E’ comunque sul piano della gestione e della partecipazione delle lavoratrici/ori alla forma di utilizzo degli ammortizzatori che chiediamo conto alle associazioni di cooperative.
La incalzante “aziendalizzazione” delle imprese cooperativistiche rende sempre più distanti le esigenze delle varie dirigenze (utili, profitti, ma anche “carriere politiche”) da quelle delle lavoratrici/ori di stabilizzazione, assunzione a tempo indeterminato, retribuzioni regolari e garantite, adeguate alla propria funzione pubblica, con l’avvio di un processo di internalizzazione dei servizi a livello locale e regionale.
Allo stesso tempo registriamo l’incessante tentativo reazionario, da parte di alcune associate di Legacoop, di negarci agibilità e riconoscimento di diritti. A queste coop rispondiamo che, se è vero che la lotta paga, la nostra battaglia per il riconoscimento di diritti sindacali pieni presenterà loro il conto!
Abbiamo ottenuto la disponibilità all’apertura di un confronto con Legacoop a livello regionale e provinciale. Questi i nostri contributi alla “lettura della crisi del settore”.
p.RdB/CUB Coopsociali e Terzo Settore
Fabio Perretta
Marina Tirri