Pagare i servizi per pagare i lavoratori, evitare il collasso del welfare
CURA ITALIA: USB scrive all’ Anci, alla Conferenza delle Regioni, all’Unione delle Province Italiane e al Ministro per i Rapporti con le Regioni.
Nei giorni scorsi l’USB ha scritto alle istituzioni di rappresentanza dei Comuni e delle Regioni italiane, oltre che al Ministro per i Rapporti con le Regioni e ed al presidente della Conferenza delle Regioni.
Bisogna dare urgentemente applicazione all’art. 48 del decreto “Cura Italia”, per scongiurare il fatto che gli operatori del Terzo Settore non vedano pagati i propri stipendi e che il sistema di welfare crolli.
Quello che sta succedendo, come ci viene segnalato da molte parti del Paese, è che i Comuni e gli Enti Committenti non riconoscono, pur potendolo fare, il pagamento delle fatture alle cooperative sociali e alle associazioni del Terzo Settore, per i servizi sospesi. Alcune imprese sociali stanno erogando l’anticipo del FIS, mentre altre, in mancanza di liquidità, non riescono a garantire neanche quello. In ogni caso anche per cooperative e associazioni che dispongono di maggiori risorse, già da aprile sarà un problema garantire l’erogazione del FIS anticipato, col doppio problema di lasciare senza mezzi di sostentamento gli operatori e le loro famiglie, e mandare gambe all’aria moltissimi servizi di welfare.
Il tutto mentre, nella più grave crisi dal dopoguerra, migliaia di operatori del Terzo Settore vengono mandati al fronte nei servizi essenziali, domiciliari e residenziali, per anziani e disabili e rivolti all’accoglienza dei rifugiati, spesso in condizioni di grave carenza di adeguate procedure per evitare il contagio e di cronica assenza di DPI.
Un assalto alla baionetta che prepara una Caporetto per gli operatori chiamati a questo sacrificio immane, dopo che per anni il loro lavoro e la loro professionalità è stata ridicolizzata con la precarizzazione dei contratti e l’impoverimento del salario. Una condizione, questa della esternalizzazione e privatizzazione di sanità e welfare, perseguita in vent’anni da imprenditori sociali, sindacati ed Enti Committenti, con lo scopo di mettere lo stato sociale in mano al mercato. Una condizione che mostra in questo frangente non solo i limiti ma le proprie impossibilità strutturali a fare fronte all’emergenza, mostrando tutto il suo carattere ideologico e criminale.
USB sta ribadendo sui territori, alle Regioni, ai Comuni, alle ASL e a tutti i committenti, la necessità di garantire il salario al 100% degli operatori dei servizi e la sostenibilità economica degli stessi, per scongiurare che questo possa determinare, sia nell’immediato sia in prossimità della fine della fase acuta dell’emergenza un problema di sostenibilità del reddito per gli operatori e parallelamente il crollo del welfare rivolto a tutte le fasce deboli della popolazione, determinando un dramma nel dramma.
USB invita tutti gli operatori del welfare a monitorare e segnalare al sindacato le situazioni di criticità salariale, per poter mettere in campo, uniti e compatti nella rivendicazione verso cooperative e committenti, gli strumenti più forti ed adeguati.
Nazionale, 28 marzo 2020
USB Lavoro Privato - Coop Sociali e Terzo Settore